NON FIDATEVI DI CHI PROPONE DI ABBASSARE IL MOLTIPLICATORE D’IMPOSTA…A MENO CHE NON SIATE RICCHI
Troppi politici propinano la vecchia storiella della Sinistra spendacciona che non sa far di conto, e mettono sul piatto il vetusto e consumato disco dal titolo seducente: «Abbassiamo il moltiplicatore comunale d’imposta e ci guadagnerete tutti ».
Non lasciamoci ingannare. Riflettiamo attentamente, onde evitare di cadere nella trappola. Prendiamo, ad esempio, un reddito imponibile 2023 di 40.000 franchi (coniugati). Comporta un onere fiscale di 793 franchi e 30 centesimi nei confronti del Cantone. Il Comune di Capriasca, in cui vivo, con il suo moltiplicatore al 94%, ne incasserebbe 745.70.
Se si abbassasse l’aliquota dell’1%, il risparmio annuo della coppia ammonterebbe a 7 franchi e 95 centesimi. Se la riduzione fosse del 5%, il bonus “lieviterebbe” a 40 franchi: due pizze, in un anno. Non voglio certo banalizzare l’indigenza, e neppure le difficoltà di chi deve tirare la cinghia, ma dobbiamo pur riconoscere che non sono queste minuzie a fare la differenza.
E la situazione non sarebbe molto diversa per coloro il cui reddito imponibile si colloca a 80.000 franchi all’anno (ceto medio alto). Con una riduzione di un punto percentuale del moltiplicatore, sborserebbero 44 franchi e 30 centesimi in meno. Con il 5% di abbassamento, il risparmio raggiungerebbe poco più di 221 franchi: 60 centesimi al giorno.
Spingiamoci un po’ più in là, e prendiamo in considerazione un reddito imponibile di 400.000 franchi. Questa fortunata coppia trarrebbe un vantaggio di 494 franchi all’anno nel caso di una riduzione dell’1%. Il suo risparmio salirebbe a 2'470 franchi se lo « sconto sul moltiplicatore » fosse del 5%.
Morale numero 1: i beneficiari di qualsiasi sgravio fiscale sono e saranno sempre i più ricchi. Per il ceto medio, direttamente, non cambia quasi nulla.
Morale numero 2: per le classi medio basse e per quelle ancora meno privilegiate, indirettamente cambierebbero molte cose. In peggio. Si ritroverebbero infatti confrontate con un ente pubblico finanziariamente indebolito dal minor gettito fiscale. In sostanza, nelle casse mancherebbe il denaro risparmiato dai ricchi che hanno beneficiato di una ridotta pressione fiscale.
Il Comune che attua questa politica si infliggerebbe il più doloroso degli autogol, ritrovandosi con meno risorse per sostenere chi, effettivamente, fa fatica ad arrivare alla fine del mese. E questo, coloro che gestiscono le finanze pubbliche, dovrebbero saperlo. Per lo meno la cosiddetta sinistra spendacciona lo sa, e si batte affinché non accada.
Quindi, ribadisco, se non siete ricchi diffidate di chi vi promette riduzioni di moltiplicatore, sgravi fiscali e via dicendo. Perché non ve la sta raccontando giusta.
Giancarlo Dionisio