Un problema ricorrente per i Comuni di più o meno recente aggregazione è quello della gestione degli immobili ricevuti “in eredità” dagli enti fusionati. La riorganizzazione dei servizi comunali ne lascia spesso molti vuoti ed inutilizzati, interrogando la politica locale sul loro destino. Lo stesso è avvenuto in Capriasca, dove lo spostamento della sede della polizia ha condotto il legislativo a decidere di vendere la ex casa comunale del fu comune, oggi quartiere, di Lugaggia. Contro tale vendita è stato lanciato un referendum, sul quale la cittadinanza voterà il prossimo 9 giugno.
Secondo chi scrive, il Comune di Capriasca dovrebbe prendere spunto in tal senso dalle interessanti decisioni di numerosi altri Comuni ticinesi negli ultimi tempi: molti enti locali, invece di vendere i propri immobili, hanno deciso di conservarli e spesso anche di valorizzarli, mettendoli a disposizione della cittadinanza per attività e servizi capaci di favorire la vita sociale locale. Un esempio in tal senso giunge dalla città di Mendrisio, che ha recentemente deciso di rinunciare alla vendita della ex casa comunale di Salorino, trasformata in un “Salottino” con vari spazi di coworking. In modo simile, il comune di Riviera ha recentemente riaperto la ex scuola di Prosito per realizzarvi un centro giovanile. Su una scala più larga, ma altrettanto interessante, si situa il progetto SPIN (Spazi Insieme) della città di Lugano, che ha deciso di risistemare e rivitalizzare le ex sedi dei Comuni aggregati, trasformandole in “case di quartiere” aperte alla cittadinanza per varie attività aggregative e culturali.
Ma anche in Capriasca sono noti alcuni esempi che dovrebbero dimostrare l’importanza di mantenere in mano pubblica tali immobili: senza spazi pubblici disponibili, importanti e riconosciute realtà come la Biblioteca il Gatto di Cagiallo o il negozietto Zucro e Tartifoi di Bidogno avrebbero avuto grandi difficoltà ad avviare la propria attività. La vendita di un immobile è un atto irreversibile, di cui ci si potrebbe pentire amaramente in futuro e che va dunque attentamente ponderata. Alcune proprietà del Comune risultano oggi sicuramente poco valorizzabili e possono dunque essere messe in vendita: non è però il caso dei “gioielli di famiglia” come la ex casa comunale di Lugaggia, situata in una zona ben raggiungibile e dotata di spazi facilmente adattabili a varie necessità (amministrative, associative, commerciali, ecc.). Votiamo dunque NO alla sua vendita il prossimo 9 giugno!
Zeno Casella, consigliere comunale (PC – Insieme a sinistra)